Da giocatori ad angeli custodi, quando i compagni ti salvano la vita - I AM CALCIO BARI


Da giocatori ad angeli custodi, quando i compagni ti salvano la vita

Matera-Salernitana, ph Veglia
Matera-Salernitana, ph Veglia
MateraFocus

Valla a capire questa vita, fatta di salite e discese, strade impervie e curvoni stretti. Tanto che ti può capitare di star giocando su un campo di calcio e all’improvviso inciampare su uno di quegli schemi che la vita ti piazza tra capo e noce di collo senza avvisare nessuno. Le immagini di Christian Eriksen che si accascia al suolo, in un giorno di festa dove la Danimarca riassapora i fasti di un Europeo vinto nel 1992 a sorpresa, hanno fatto il giro del mondo. E probabilmente resteranno impresse per tutta la vita nei ricordi di coloro che erano lì allo stadio o semplicemente sul divano di casa propria a gustarsi una semplice partita di calcio. All’improvviso spariscono le bandiere, i colori, le maglie diverse: tutti uniti a sperare in un unico risultato. Il giocatore dell’Inter riacquista conoscenza dopo dodici minuti. Nei primi attimi è stato fondamentale il tempestivo intervento del compagno Simon Kjaer, che capita la situazione si precipitava sul compagno a liberargli le vie aeree. Da compagno di squadra ad angelo custode.

Nelle ore successive all’accaduto, chi scrive ha pensato anche a quel Matera-Salernitana di novembre 2014 dove Ciro De Franco smise i panni del calciatore per trasformarsi in colui che prontamente salvò la vita a Ettore Mendicino, l’attaccante granata accasciatosi al suolo dopo uno scontro aereo di gioco dinanzi agli spalti gremiti del XXI Settembre biancazzurro. Momenti di terrore e storie di uomini coraggiosi e freddi al momento giusto al posto giusto, quando la vita è pronta a servirti il conto e tu lo rimandi indietro per il compagno. Mendicino come Manfredonia, Antognoni, Ginola, Muamba. Basta cercare su Google, tutti giocatori che hanno vinto sul campo la partita più difficile, mandando all’aria schemi e tattiche varie anche del signore della morte che improvvisamente si palesa sul campo a sgonfiare il pallone. Non ultimo a febbraio il caso di Patryk Dziczek, in un Ascoli-Salernitana che coinvolge ancora il team campano in nuovi attimi di terrore. Il polacco dopo i soccorsi si riprese ma ad oggi non ha ancora l’abilitazione per tornare a giocare. Poi c’è chi non ce l’ha fatta come Piermario Morisini, quel maledetto giorno del 2013 a Pescara. Con i defibrillatori in campo non obbligatori. Lo sarebbero diventati subito dopo su tutti i campi e palazzetti del mondo. E probabilmente anche grazie al defibrillatore Christian Eriksen è tornato, per dire ai suoi compagni di scendere in campo. The show must go on. 

Giovanni Colucci